Artisti che scompaiono - Cesare Tallone   (Pagine 16 )      Fonte : Emporium - nr 295 Luglio 1919

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\fs24 Cesare Tallone, spentosi in Milano il 21 giugno, si era acquistato una larga notoriet\'e0 sin dal 1883, quando aveva esposto a Roma un quadro storico di grande forza evocativa \emdash Un \par trionfo del Cristianesimo \emdash , e un ritratto maschile Il sig Bernasconi -. Il primo, oltre l'ammirazione degli intenditori per le singolari qualit\'e0 pittoriche che vi apparivano, valse al \par giovane autore una lettera encomiastica dello storico Gregorovius; il secondo lo fece collocare d'un tratto in un posto di primissima linea fra i ritrattisti italiani, posto che egli \par conserv\'f2 lungo tutta la sua feconda carriera artistica. \par Nato a Savona nel 1854, educato da Giuseppe Bertici all'Accademia di Brera, egli era pertanto giustamente celebre a meno di trent'anni. Nel 1884, col Pittore iin erba ammirato all'Esposizione \par di Torino, riconfermava il successo ottenuto a Roma, e l'anno seguente veniva nominato, in seguito a concorso a cui partecipava anche il Previati, professore di pittura all'Accademia \par Carrara di Bergamo. Qui il Tallone si trattenne quattordici anni, dividendo la sua attivit\'e0 tra le cure dell'insegnamento e le fatiche della produzione artistica, che segn\'f2, in quel periodo, \par la pi\'f9 ampia e completa fioritura della sua energica personalit\'e0. Per indicare le qualit\'e0 che lo distinguevano come insegnante, mi piace stralciare da una lettera del Pellizza da Volpedo \par (il quale fu suo allievo a Bergamo) indirizzata agli ex condiscepoli che festeggiavano, nell'aprile del 1899, il maestro nominato professore all'Accademia di Brera, il passo seguente : \par " Prego voi tutti di porgere al Professore il mio saluto cordiale; che \'e8 quello di un allievo il quale continua a nutrirgli una devozione grandissima, perch\'e8 arrivato in cotesta citt\'e0 dopo \par avere frequentato molti studi ed accademie molte, riordin\'f2 sopra pi\'f9 solida base quel che aveva prima imparato, potendo cos\'ec da solo e con gambe proprie incamminarsi sulla dilettosa, ma \par difficile via dell'arte. E davvero se io ho potuto durante gli anni che vivo ritirato in questo mio eremo fare alcunch\'e8 di buono, lo debbo in molta parte al nostro Professore, che delle \par regole del buon disegno e della maschia pittura fu l'unico fra i miei maestri. E se i miei tentativi per una tecnica nuova non caddero totalmente nel grottesco, si fu appunto perch\'e8 quelle \par regole io non scordai, e prima di essere impressionista o divisionista, o che so io, volli e voglio essere disegnatore. Benedico soventi volte il giorno in cui sorse in me la bella idea di \par fruire degli insegnamenti che il Tallone impartiva; ed il giorno in cui, piena l'anima di sogni e di speranze, soletto me ne venni all'Accademia Carrara, fu un giorno decisivo per la mia \par carriera d'artista ". \par L'attivit\'e0 artistica del Tallone si volse principalmente, per non dire esclusivamente, al ritratto. I pochi quadri di genere da lui dipinti (Il beone, La massaia, II frate cuoco, Maternit\'e0, \par ecc.) non sono in realt\'e0 che ritratti caratteristici di grandezza naturale. La maggior parte di questi ritratti rimane a Bergamo, dove il Tallone cont\'f2 ammiratori entusiastici. Durante la \par sua permanenza in questa citt\'e0 egli dipinse il ritratto della Regina Margherita \emdash eseguito nella villa reale di Monza \emdash e che va noverato, con quello del colonnello Tasca, dell'ing. Davoglio, \par del sig. Bernasconi, del sig. Consonni, del sig. Buffa, della sig.ra D'Amerin, della figlia del pittore, ecc. fra i pi\'f9 eccellenti del Tallone. Nei primi tempi del suo insegnamento \par all'Accademia Carrara, egli si rec\'f2 in Inghilterra, trattenendovisi alcuni mesi per eseguire dei ritratti su commissione. A Bergamo il Tallone dipinse pure una numerosa serie di impressioni \par di paese, la maggior parte delle quali \'e8 conservata a Lovere, \emdash dove egli si recava ogni anno a villeggiare, \emdash presso le famiglie Gregorini, Invernizzi, Zitti, ecc., che possiedono \par magnifiche raccolte di dipinti del maestro. \par Il Tallone lasci\'f2 Bergamo nel 1899 per recarsi a coprire il posto all'Accademia di Brera rimasto vacante in seguito alla morte di Giuseppe Bertini. L'anno successivo, gli veniva assegnato, \par pel ritratto del sig. Consonni, il premio decretato dal Municipio di Milano all'opera migliore esposta alla qualla triennale, in conseguenza di suffragio al quale erano chiamati tutti gli \par espositori con voto palese. \par Pel corso di vent'anni il Tallone impart\'ec lezioni di pittura all'Accademia di Brera, educando alla robusta traduzione del vero gli allievi, parecchi dei quali acquistarono chiaro nome, \par mentre proseguiva la sua forte produzione di ritrattista, buona parte della quale fu raccolta dieci anni sono alla biennale di Venezia, in una mostra personale. Cesare Tallone non \'e8 un \par verista nel senso meschino e gretto in cui tale definizione viene applicata a coloro che tendono ad emulare la esatta e fredda obbiettivit\'e0 della fotogratia. La sua visione \'e8 sempre essenzialmente \par pittorica, e quindi trascendente e soggettiva. Egli possiede in grado eminente le facolt\'e0 che distinguono i grandi pittori di tutti i tempi: di vedere la natura con potenza, di tradurla \par artisticamente con energia. Per virt\'f9 d'istinto, in un'epoca di massimo disorientamento artistico, egli si \'e8 posto sulla via battuta dai grandi maestri del passato. Volendo reagire contro \par il nianierismo accademico, copiare la natura con rigorosa fedelt\'e0, egli abbord\'f2, anzi afferr\'f2 il vero con l'infallibile intuito del pittore nato. che scopre direttamente il nocciolo del \par problema pittorico. Cos\'ec la sua arte si riallaccia, al disopra dell'accademia, colla pi\'f9 vigorosa tradizione artistica, col naturalismo che vive della notazione autentica e immediata dei \par toni e dei valori, e della energica costruzione dei piani \emdash col seicento di Ribera, di Velasquez, di Hals. Per l'evidenza dell'effetto totale ottenuta con l'esattezza e la larghezza del \par disegno d'assieme e l'autenticit\'e0 dei rapporti di tono, per la meravigliosa sicurezza con cui la sua pennellata squadra il piano, per la ricchezza del pieno impasto, che reca all'osserratore \par intelligente il particolare piacere offerto dalla bella materia, il Tallone \'e8 un maestro da avvicinarsi ai grandi antichi, ai rivali non resta inferiore che per la penetrazione e il gusto \par nel rendere il dettaglio. Quale coloritore, egli \'e8 succoso e robusto, come ogni pittore che fa dipendere il colore dal tono esatto; ricco, come ciascuno che gode nello sviluppare ed \par esaltare i pi\'f9 brillanti spunti coloristici che il vero pu\'f2 offrire. \par Il Tallone fu nei primi tempi salutato pittore modernissimo dai fautori del verismo come movimento reattivo contro il neoclassicismo e il romanticismo; pi\'f9 tardi fu accusato di essere \par un pittore rozzo, oggettivo, rappresentante un verismo superato, nel momento in cui trionfavano il decorativismo e il neoromanticismo derivati dal preraffaellismo, e il plenarismo dei \par neo-impressionisti. N\'e8 gli uni n\'e9 gli altri apprezzarono giustamente l'opera del Tallone: i primi perch\'e8 non videro ch'egli era un pittore tradizionale in virt\'f9 di sano temperamento pittorico; \par i secondi perch\'e8 non capirono che era uno stilista della forma e del colore nel senso pi\'f9 individuale, pi\'f9 libero, pi\'f9 lontano da ogni manierismo. E' tempo ormai d'una revisione di tali \par giudizi sull'atte del Tallone, la quale \'e8 perfettamente analoga pen la visione e la realizzazione a quella di artisti stranieri universalmente considerati fra i pi\'f9 forti pittori viventi: \par Sargent, Zorn, Zuloaga, ecc. \par Nel paesaggio egli \'e8 impressionista per rapidit\'e0 di notazione, sintesi di pennellata, unit\'e0 di effetto; non lo \'e8 secondo la recente accezione del vocabolo, in quanto non ricerca uno speciale \par effetto luminoso con mezzi coloristici ai quali i neoimpressionisti sacrificano troppo spesso ogni bellezza pittorica. Infatti nelle impressioni del Tallone non troviamo prevalenza di tinte \par azzurrastre e violacee pi\'f9 o meno stonate, tecnica sistematizzata, disegno inconsistente, piani sbilanciati; ma una decisa preferenza pei toni grigi, quantunque intensamente colorati, \par ravvivati da qualche tinta traslucida e vibrante collocata al posto opportuno, in modo da dar la chiave dell'armonia cromatica, giusta l'arte dei grandi coloristi, visione sempre precisa \par dei piani, pennellata prode e costruttiva che circoscrive la forma, macchia pittorica altamente interessante. \par Per concludere, tutta la produzione di Cesare Tallone reca l'impronta di un temperamento pittorico di primo ordine; dal suo insieme scaturisce una singolare impressione di energia, risultante \par dalla potenza d'osservazione del vero e dalla immediatezza irruente della traduzione, realizzata quasi sempre risolutamente alla prima in modo deciso. Egli fu insomma un pittore d'istinto \par cos\'ec ben dotato da poter produrre, in un'epoca in cui pochi in Italia sapevano dipingere, alcuni pezzi magistrali, che rappresentano degnamente quella che fu, e sar\'e0, in tutti i tempi, \par la buona pittura. \par ACHILLE LOCATELLI MILESI \par \par }